POIANELLA
La chiesa di Poianella fu attiva da quel XIII secolo in cui nacque anche la rispettiva comunità. La sua prima attestazione risale al 1284, quando un prete di nome Ferraio le lasciò per testamento un lotto di terreno a Bolzano. Dedicata fin dalle origini a S. Cristina, la chiesa era situata nell’attuale località S. Cristina di Lupiola, molto probabilmente nel sito dove oggi c’è villa Garbinati, ora Zanotti Fragonara Rigo.
Quando i collettori papali raccolsero la decima negli anni 1297 e 1303 la chiesa di Poianella non corrispose nulla agli inviati del Papa, evidentemente a causa della sua estrema povertà. A quel tempo la neonata chiesa di Poianella faceva riferimento alla pieve di S. Maria di Bolzano, da cui si staccò solo nel Quattrocento, per poi nuovamente essere assoggettata nel XVI secolo.
Fu proprio il parroco di Bolzano e canonico vicentino Giuseppe Sanseverino, con la collaborazione della contessa Anna Thiene che offrì il terreno e dell’opera lavorativa volontaria degli abitanti, che nel 1568 edificò la nuova chiesa di Poianella nel sito attuale, più rispondente del precedente alle esigenze dei parrocchiani. Il tempio venne consacrato in occasione della visita pastorale del vescovo Michele Priuli avvenuta il 14 agosto 1580. Da quel momento e fino al crepuscolo del XIX secolo la chiesa mantenne inalterata la sua originaria disposizione planimetrica. Si presentava ad unica navata, disposta secondo l’asse est-ovest e ritmicamente scandita al suo interno da eleganti lesene sostenenti il cornicione. A destra del presbiterio si trovava il turrito e merlato campanile (abbattuto solo nel 1949) e a sinistra la sacrestia; davanti alla facciata c’era il sagrato e attorno agli altri tre lati il cimitero. La chiesa così edificata aveva tre altari: il maggiore in onore a S. Cristina vergine e martire, quello dedicato alla Madonna del Rosario e infine l’altare intitolato all’Immacolata Concezione.
Di grande importanza la convicinia (il consiglio comunale dell’epoca) di Poianella del 23 agosto 1772, che deliberò il distacco della chiesa di Poianella da quella di Bolzano e la relativa creazione della parrocchia autonoma. Il comune dimostrò in questo frangente il suo spirito di unità perché, dei 78 presenti all’assemblea, solo tre ignoti si dimostrarono contrari all’operazione. Il successivo decreto di separazione, firmato dal vescovo vicentino Marco Corner e controfirmato dal doge Luigi Mocenigo, sancì la definitiva indipendenza di una comunità ormai cresciuta. Per poco più di trent’anni i poianellesi finalmente ebbero piena autonomia sia nello spirituale che nel civile, tranne poi all’inizio dell’Ottocento essere inseriti come frazione nel comune bressanvidese.
Quando il vescovo Peruzzi si recò nel 1825 a far visita alla chiesa di Poianella, allora appartenente al vicariato di S. Pietro in Gu, trovò ad accoglierlo una comunità parrocchiale di 609 abitanti distribuiti in 146 famiglie. Il 16 settembre 1882, in seguito ad una straordinaria inondazione del Tesina e della Tergola, la chiesa fu invasa dalle acque che arrivavano fino alla predella dell’altare maggiore e che produssero gravi danni. In quell’occasione la zona di Poianella situata tra i due corsi d’acqua risultava interamente sommersa. Da tutta quest’acqua sembrava finalmente preservarsi il nuovo cimitero, allestito nella posizione attuale a nord dell’imbocco della strada per Lupia.
Dopo l’erezione nel 1898 di un oratorio intitolato ai SS. Luigi Gonzaga e Antonio da Padova a fianco della chiesa e nel 1902 il restauro della facciata della stessa, in seguito furono anche abbelliti gli interni con un quadro del pittore vicentino Ascanio Chiericati e, nel 1906, con un dipinto sopra la tela che copre l’organo nonché con la moderna pala di S. Cristina, opere queste del farmacista di Bressanvido con l’hobby della pittura Miro Dominidiato.
Nel corso del Novecento le opere di abbellimento e di miglioramento di edifici e strutture parrocchiali si infittirono: la nuova statua per l’altare della Madonna del Rosario procurata alla comunità nel 1936, la costruzione di una cappella dei sacerdoti defunti dell’anno successivo, la costruzione di una sala oratorio per l’insegnamento della dottrina cristiana avvenuta proprio a ridosso della Seconda guerra mondiale. Il 9 marzo 1941 il parroco don Ernesto Valdesolo fu costretto a registrare un furto di alcuni oggetti per il culto divino, quali calici e pissidi, avvenuto nell’ormai vetusta chiesa poianellese. In
quel frangente i ladri approfittarono di una terribile notte di vento e di pioggia per penetrare nel tempio attraverso lo sfondamento della porta laterale.
L’irrisoria facilità dimostrata dai malviventi nel compiere l’atto sacrilego probabilmente influì nella decisione di effettuare una completa ristrutturazione degli edifici religiosi. Subito dopo il conflitto bellico, in soli quattro anni e nonostante la scarsità di risorse economiche dei parrocchiani, con la guida e l’intraprendenza del nuovo parroco don Carlo Panozzo il paese fu dotato di una bella sala teatrale, la chiesa fu ampliata rispetto al suo perimetro originale e fu innalzato il nuovo campanile, dopo l’abbattimento del precedente. Ormai la parrocchia di Poianella aveva rinnovato tutte le principali strutture occorrenti al culto, che il parroco successivo, don Pietro Campagnolo, non tralasciò di manutenzionare con le ristrutturazioni degli interni del 1970 e del 1990.